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Come tutto è iniziato

Il percorso della Rete UP nel settore della finanza sociale è iniziato grazie alla collaborazione con l’Università Bocconi nell’ambito del progetto Dai un senso al Profitto. Dopo due anni di lavoro e di approfondimento sono stati prodotti due documenti fondamentali di alfabetizzazione e orientamento nel mondo della finanza per il Terzo Settore. Accedi a questo link per scaricare la Guida all’utilizzo dei principali strumenti finanziari e la presentazione. Guida all’utilizzo dei principali strumenti di finanza sociale – Scarica la guida Qual è il miglior finanziamento per te?Scarica la presentazione

I prossimi passi

Ad oggi le soluzioni catalogate sono pensate prevalentemente per i servizi alla terza età, perché questo è l’ambito di applicazione nel quale si sta consolidando l’esperienza di UP-Umanapersone, ma molti dei prodotti proposti possono essere pensati anche per altre condizioni di bisogno e  tipologie di servizi. Inoltre, esso contiene solo soluzioni già presenti in commercio, quindi validate e disponibili, ma potrebbe in futuro aprirsi anche a proposte in fase di sperimentazione o prossime alla commercializzazione.

Come ogni nuovo strumento di lavoro ha bisogno di essere utilizzato per capire quanto è in grado di rispondere fattivamente alle esigenze per le quali è stato pensato.

Per questo, nei prossimi mesi sarà a disposizione delle cooperative di UP-Umanapersone, che hanno il mandato di metterlo alla prova, sfogliandolo (virtualmente, si intende), usandolo per trovare materiale utile per i progetti, interrogandolo per le necessità dei servizi.

Questo importante lavoro di revisione sul campo servirà per integrare o modificare la struttura e i campi informativi.

In un futuro prossimo, il proposito è che divenga uno strumento multimediale e interattivo: con video tutorial, spazi di discussione aperta, racconti di esperienze d’uso, filtri per ricerche mirate.

Dopo di che, se e quando sarà maturo, potrà sarà messo a disposizione anche all’esterno del circuito UP-Umanapersone, ovvero al confronto con chiunque si interroghi sull’integrazione tra servizi alla persona e tecnologie.

Com’è strutturato il catalogo Umana Persone?

Attualmente si tratta di un prototipo ad uso delle Cooperative socie e della Rete stessa. Superata la fase di valutazione (lo si sta testando) auspichiamo che possa divenire un tassello di conoscenza condivisa a disposizione dei provider di servizi socio-sanitari. Ha una struttura molto semplice: un file condiviso a cui si può accedere facilmente e lavorare con più mani.

Il file è composto da tre sezioni: robot di telepresenza, sistemi di monitoraggio e piattaforme di comunicazione.

Per ognuna delle suddette categorie, sono elencate una serie di soluzioni: di alcune abbiamo già fatto esperienza diretta, di altre abbiamo informazioni derivate dalla ricerca.

Oltre alla descrizione di massima di ogni dispositivo (compreso il prezzo), ai possibili campi di applicazione e ai riferimenti internet, si trovano informazioni che rispondono alla necessità di facilitare la valutazione della soluzione proposta: vantaggi e svantaggi che si possono dedurre dalle caratteristiche del prodotto, recensioni di operatori che hanno avuto esperienza d’uso, eventuali feedback degli utenti.

Uno spazio particolare è riservato alla privacy e cyber security, perché gestione dei dati e sicurezza informatica sono aspetti che richiedono massima attenzione quando si parla di tecnologie assistive.

Nel catalogo è possibile quindi, per ogni soluzione proposta, trovare indicazioni sugli aspetti che devono essere maggiormente attenzionati e che, anche da questo punto di vista, sono in parte frutto dell’esperienza pratica relativa all’uso di una determinata tecnologia.

Vero è infatti che in ottica privacy e data protection ogni soluzione impiegata deve essere calata nello specifico contesto di riferimento, ma abbiamo ritenuto comunque molto utile formalizzare e dare evidenza di alcune problematiche privacy ricorrenti.

Troviamo quindi:

  • Aspetti sui quali è utile focalizzare l’attenzione in fase di individuazione e selezione di una tecnologia (ubicazione dei server, misure adottate dal produttore in ottica privacy by desing, possesso di attestati e certificazioni, ecc.. )
  • Consigli e “pillole” relative ai casi d’uso per i quali si è fatta esperienza diretta in modo tale da tenerli a mente in fase di progettazione (backup delle informazioni e cancellazione delle stesse da un dispositivo in caso di uso promiscuo tra più utenti)
  • Link utili a fonte normative e/o paranormative nazionali ed internazionali, a paper scientifici o articoli di interesse in relazione alla specifica tecnologia di riferimento. Ciò al fine di rendere il catalogo anche uno strumento per accrescere l’awareness di tutti i soggetti che operano nella filiera dei servizi alla persona e per veicolare un aggiornamento periodico.

In sintesi, queste le principali informazioni raccolte nel catalogo per ogni soluzione proposta:

Come nasce l’idea del Catalogo

Al Cantiere Digitalizzazione e Tecnologie Assistive di UP-Umanapersone si lavora con costanza ed entusiasmo.

Un po’ operai e un po’ architetti, mattone dopo mattone, vediamo realizzarsi un nuovo modo di pensare i servizi di cura.

Citando Troisi, siamo convinti che per mettere a sistema l’innovazione si debba “provare, provare, provare…”, ma allo stesso tempo percepiamo come vitale ritagliare spazi di riflessione e condivisione sul disegno di insieme che si viene definendo e sugli strumenti che utilizziamo.

Negli ultimi mesi ci siamo misurati con robot di teleassistenza, sensoristica, app per la comunicazione e, da bravi artigiani, di volta in volta ci siamo annotati cosa funziona e cosa no, cosa risponde alle esigenze dei servizi che eroghiamo, e cosa invece complica la situazione. Ci siamo però anche detti che forse tutto questo bagaglio di conoscenze empiriche poteva essere sistematizzato, e integrato in un panorama di informazioni più ampio: da qui l’idea di creare un catalogo delle tecnologie assistive.

La proposta risponde anche ad un’altra esigenza, che è quella di fornire informazioni attendibili e dettagliate agli Uffici progettazione delle cooperative, in modo che possano utilizzarle per i progetti ordinari di fornitura di servizi, oltre che permettere agli organi decisionali (direttori, coordinatori) di immaginare i miglioramenti dei processi di lavoro integrando soluzioni digitali.

Si tratta di uno strumento semplice, di facile utilizzo e continuamente aggiornato, così da essere un effettivo strumento di lavoro.

Nuovo ciclo up-pegaso caffè e due laboratori di formazione e ricerca

Con questo nuovo ciclo di UP-Pegaso Caffè prosegue l’approfondimento di due temi chiave: la co-programmazione e la co-progettazione. Lo facciamo con Stefano Lomi, per conoscere lo stato dell’arte delle iniziative toscane, e con Patrick Vesan per quelle valdostane. Offrire inoltre due laboratori di formazione e ricerca con Silvia Pellizzari, e con Michele Cozzio, Fausto Galante ed Alessandro Fambri, che permettano di entrare nel merito di quanto ci hanno raccontato negli incontri precedenti (i video sono accessibili tramite il seguente link: https://umanapersone.it/archivio-news/) e di acquisire strumenti e modelli efficaci per il presente e il futuro del rapporto tra Imprese sociali e Pubblica Amministrazione.

Non solo, grazie alla disponibilità di Maximiliano Romero e di Fabio Lena, ritorniamo sul tema delle tecnologie assistive, per comprendere, da un lato, l’importanza del loro design; dall’altro, i criteri con cui i Comitati Etici autorizzano le sperimentazioni che ne prevedono l’impiego.

Segue il calendario degli appuntamenti, nella speranza di avervi numerosi!

 

14 MAGGIO 2021 – ore 15:30/17:00

UP-PEGASO CAFFÈ

La Riforma del Terzo Settore in Toscana: a che punto siamo
con Stefano Lomi – Osservatorio Sociale regionale della Toscana

 

28 MAGGIO 2021 – ore ore 15:30/17:00

UP-PEGASO CAFFÈ

“Design per la società

con Maximiliano Romero – Università IUAV di Venezia

 

11 GIUGNO 2021 – ore 15:30/17:00

UP-PEGASO CAFFÈ

“La Riforma del Terzo Settore in Valle d’Aosta: a che punto siamo”

con Patrick Vesan – Università della Valle d’Aosta

 

18 GIUGNO 2021 – ore 09:30/12:30

1° LABORATORIO- I BANDI DI APPALTI A PARTNERSHIP ESTESA

con Michele Cozzio, Università di Trento; Fausto Galante, Funzionario presso la Comunità Valle dei Laghi;  Alessandro Fambri, Funzionario presso A.P.S.P. Civica di Trento

 

25 GIUGNO 2021 – ore ore 15:30/17:00

UP-PEGASO CAFFÈ

I Comitati Etici e le prospettive di integrazione tra sperimentazioni cliniche e sperimentazioni sociali ad alto contenuto tecnologico

con Fabio Lena, Vice Presidente Comitato Etico Toscana Sud Est

 

9 LUGLIO 2021 – ore 09:30/12:30

2°  LABORATORIO – PRATICHE DI CO-PROGRAMMAZIONE E CO-PROGETTAZIONE NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

con Silvia Pellizzari, Università di Trento

 

La partecipazione agli UP-PEGASO CAFFE’ è libera; chi fosse interessato può scrivere a segreteria@umanapersone.it per ricevere il link. La partecipazione ai due LABORATORI è gratuita per gli aderenti alla Rete Umana Persone, mentre prevede una quota di partecipazione complessiva di € 150,00 + iva per tutti gli altri.

Questi ultimi rappresentano la continuazione degli incontri svoltisi il 25 febbraio e 5 marzo scorsi e verteranno sull’analisi di casi specifici.

Chi fosse interessato può contattarci alla mail segreteria@umanapersone.it, per ricevere tutte le necessarie informazioni, nonché le istruzioni per procedere ad iscrizione e pagamento.

C’è appalto e appalto…I bandi a partnership estesa sono una soluzione?

L’ultimo appuntamento del ciclo invernale degli UP-Pegaso Caffè si è svolto lo scorso 5 marzo ed hanno partecipato il Prof. Michele Cozzio, dell’Università di Trento, curatore del volume “Codice dei Contratti Pubblici”, ed il Dott. Fausto Galante, della Comunità Valle dei Laghi.

Entrambi ci hanno presentato una nuova e possibile applicazione dello strumento tradizionale dell’appalto.

Per saperne di più, riguarda il video al seguente link

https://youtu.be/pMhJx9zamiE

CO-PROGRAMMAZIONE E CO-PROGETTAZIONE: COSA SUCCEDE IN GIRO PER L’ITALIA?

Durante il secondo appuntamento del ciclo di incontri UP-Pegaso Caffè, svoltosi lo scorso 25 febbraio, è stata nostra ospite la Prof.ssa Silvia Pellizzari, dell’Università di Trento e curatrice del volume intitolato Terzo settore e pubblica amministrazione. La svolta della Corte costituzionale”.

E’ possibile rivedere l’intervento, dedicato ad una interessantissima panoramica sull’evoluzione degli istituti di cui all’art. 55 CTS, collegandosi al seguente link

https://youtu.be/cJMmEMxZ1gA

Per vedere la presentazione, clicca qui

 

Linee Guida sui rapporti tra P.A. ed ETS: alcune riflessioni

Con DM n. 72 del 31 marzo 2021 sono state adottate le Linee Guida sul rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti del Terzo settore (Trovate cliccando qui tutti i riferimenti).  Dal punto di vista politico tale atto assume indubbiamente un significato molto forte. Due elementi in particolare meritano di essere segnalati. Il primo, riguarda il fatto che tali linee sono volte a supportare l’attuazione concreta degli istituti di cui all’art. 55 CTS, senza tuttavia che ciò fosse contemplato tra gli originari 24 decreti attuativi previsti per il solo Codice del Terzo Settore. Il secondo tiene conto della concatenazione di eventi che si sono succeduti nell’ultimo paio di anni. Ci riferiamo, in particolare, all’adozione da parte di ANAC delle Linee Guida contenenti “Indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali”, al parere su di esse emesso dal Consiglio di Stato (il tutto accaduto alla fine del 2019), alle sentenze n. 131 e 255 del 2020 adottate dalla Corte Costituzionale, e alle iniziative variamente sorte a livello regionale volte all’adozione di una legge regionale sulla co-programmazione e co-progettazione (prima fra tutte la L.r. 65/2020 Regione Toscana).

L’impressione generale è quella di un largo e ampio consenso rispetto agli istituti della co-programmazione e co-progettazione. Da un osservatorio più defilato, immerso nelle dinamiche in cui giornalmente gli operatori del Terzo settore si trovano ad operare, la sensazione è che non ci sia la stessa reattività nel dar gambe ad una riforma che – come qualcuno ha giustamente osservato – è giunta alla fase del diritto in azione.

A questa titubanza o disomogeneità applicativa le Linee Guida mirano ad offrire rimedio.

In quest’ottica sono due gli aspetti che a nostro parere potrebbero diventare critici all’atto della loro applicazione pratica. Il primo riguarda l’individuazione di criteri chiari, univoci ed omogenei a cui le P.A. possano far riferimento nell’orientare la loro scelta di attivare un rapporto collaborativo piuttosto che un rapporto basato sullo scambio di prestazioni reciproche. Si ricade in questo caso nell’ambito della discrezionalità amministrativa che per definizione deve, nel bilanciamento dei vari interessi in gioco, determinare la miglior soluzione per il perseguimento dell’interesse pubblico, rispettando i principi generali che regolano l’attività amministrativa. Ma muovendoci in un terreno ancora altamente instabile, in cui le oscillazioni interpretative e le diverse sensibilità, anche personali, rischiano di condizionare ancora significativamente le scelte della P.A., avrebbe potuto risultare di particolare utilità esplicitare i fattori di forza e di debolezza (dal punto di vista economico, procedimentale, organizzativo, legislativo, ecc…) degli istituti della amministrazione collaborativa, da un lato, e dell’appalto, dall’altro. Stante quindi la teorica distinzione delineata tra i due, ciò avrebbe potuto rendere maggiormente consapevoli le P.A. delle possibili ricadute applicative e quindi effettuare scelte più ponderate, grazie ad un bilanciamento di interessi realistico e basato su evidenze concrete. A tal proposito rammentiamo due significativi passaggi.

Il primo è tratto dal parere del Consiglio di Stato n. 1382/2918 i quale afferma: “…l’Amministrazione dovrà puntualmente indicare e documentare la ricorrenza, nella concreta vicenda, degli specifici profili che sostengono, motivano e giustificano il ricorso a procedure che tagliano fuori ex ante gli operatori economici tesi a perseguire un profitto. L’Amministrazione dovrà, in particolare, evidenziare la maggiore idoneità di tali procedure a soddisfare i bisogni latu sensu “sociali” ricorrenti nella fattispecie, alla luce dei principi di adeguatezza, proporzionalità ed efficacia ed in comparazione con gli esiti che verosimilmente produrrebbe l’alternativa del ricorso al mercato”.

La seconda è tratta invece dallo schema di Linee Guida sopra citate proposte da ANAC e poi ad essa restituite dal Consiglio di Stato. In particolare, si evidenzia come sia emersa effettivamente anche in quel caso “l’esigenza di determinare i profili caratterizzanti dei singoli istituti e di favorire l’individuazione di criteri univoci per l’esercizio delle scelte discrezionali delle stazioni appaltanti”. Il secondo aspetto da porre all’attenzione concerne la demarcazione del confine tra apporto economico che costituisce un corrispettivo e apporto economico che invece costituisce contributo. Questo aspetto è di fondamentale importanza, atteso che il dualismo onerosità-gratuità rappresenta uno dei fronti di maggior frizione tra Codice dei Contratti Pubblici e Codice del Terzo Settore.

Viene quindi da chiedersi se sia sufficiente qualificare come contributi ex art. 12 L. 241/’90 le risorse economiche trasferite in una procedura di co-progettazione, esclusivamente sulla base della natura giuridica della procedura e del rapporto di co-progettazione. Tecnicamente, infatti, si tratterebbe comunque di un trasferimento di denaro potenzialmente in grado di remunerare il destinatario per l’esecuzione del servizio o anche solo per parte dei fattori produttivi impiegati. Allora, se è vero che per escludere la natura di corrispettivo non basta collocarsi nell’ambito di una procedura di co-progettazione, perché il semplice conferimento di risorse pubbliche e private non esclude che una parte delle prime sia finalizzata a coprire anche solo in parte il costo del servizio, potrebbe essere utile prevedere indicazioni di maggior dettaglio sul rapporto che deve esserci tra risorse pubbliche e risorse private. Si dovrebbe in particolare verificare la concreta entità dell’apporto pubblico rispetto a quello privato, sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista delle voci di costo coperte. Ipotizzando, infatti, che al privato sia richiesto di conferire un immobile di sua proprietà, ferma restando la relazione di stima sullo stesso, bisognerebbe poi controllare che il contributo pubblico non sia più alto o significativamente più alto rispetto al valore dell’immobile conferito, poiché altrimenti il contributo si trasformerebbe di fatto in un corrispettivo, eludendo la logica dello scambio di cui al Codice Appalti.

Un atro aspetto, legato a questa problematica del riconoscimento economico riguarda la partecipazione di un soggetto privato ai tavoli di co-progettazione, operazione di per sé non a costo zero, non remunerata perché non riconducibile alla gestione del servizio, bensì alle attività di amministrazione condivisa.  Ora, il fatto che un ETS sia tale perché ha connaturato il fine di pubblica utilità, non dovrebbe giustificare la totale gratuità delle suddette attività, perché con l’ibridazione delle forme giuridiche a cui la riforma ha aperto la strada, nell’ambito del Terzo Settore ci sono molte imprese che in quanto tali devono effettuare scelte di allocazione di risorse condizionate dalle prospettive di remunerazione offerte. Tutto ciò per dire che sarebbe necessario rivedere a monte il concetto di onerosità, in modo da scongiurare il rischio che le procedure di co-progettazione finiscano per essere considerate non convenienti da molti ETS.

Gianna Vignani

Osservatorio rapporti P.A.- ETS

Una delle più importanti linee di ricerca e sviluppo in cui la Rete è impegnata da circa un paio di anni riguarda la Riforma del Terzo Settore e lo studio dell’evoluzione dei rapporti con la P.A. In un contesto caratterizzato da cambiamenti socio-demografici complessi, dalla contrazione delle risorse disponibili – in attesa del PNRR … – e da un quadro normativo estremamente incerto e variegato, l’obiettivo è quello di fornire i driver fondamentali per orientare l’azione strategica delle imprese sociali verso la ricerca di soluzioni pubblico-private innovative ed integrate. Obiettivi che assumono particolare centralità nella prospettiva del ripensamento dei sistemi di welfare che la pandemia da Covid-19 sta imponendo come primaria sfida per i policy makers.

 

Nel definire le specifiche attività da svolgere si è cercato di rispondere a tre requisiti:

  • Complementarietà, rispetto a quanto già è stato fatto e stanno facendo i vari Osservatori, sia a livello regionale che nazionale;
  • Territorialità, da intendersi come adozione di un approccio “bottom-up”, che parta dalle problematiche pratiche per individuare soluzioni nella cornice normativa di riferimento;
  • Specificità, nell’ottica di approfondire problematiche anche molto specifiche perché legate ad un determinato territorio o perché altrove scarsamente approfondite.

Le attività intraprese sono di vario tipo e sono sinteticamente rappresentate qui di seguito.

 

 

La prima, partendo da sinistra e muovendo in senso orario, fa riferimento ad un  database regionale di affidamenti (relativi tanto a servizi di assistenza domiciliare, quanto a servizi residenziali/semiresidenziali ed educativi) che è stato creato per consentire nel medio-lungo periodo l’analisi comparata degli stessi, nonché la promozione, sulla base delle evidenze disponibili, di soluzioni che contribuiscano al miglioramento del sistema di affidamenti alle imprese sociali.

Nell’ottica della valorizzazione del patrimonio umano ed esperienziale a disposizione, il lavoro ha visto il pieno coinvolgimento degli Uffici Progetto delle cooperative afferenti alla Rete Umana Persone (Giulia Casamonti – Coop 21; Laura Periccioli e Caterina Betti – G. Di Vittorio; Daniele Botteri – Giovani Valdarno; Silvia Carrai- Sintesi Minerva; Lara Busoni- Nuovo Futuro; Carmine Torchia- Pane e Rose; Simona Borghini e Barbara Burroni- Progetto5; Francesco Monaci- Il Quadrifoglio; Valentina Bonucci- Uscita di Sicurezza; Paola Ceccherini- Zelig Sociale)

 

Un passaggio fondamentale, e che ha richiesto un lavoro di analisi piuttosto approfondito, è stato quello relativo alla messa a punto della scheda analitica, quale standard condiviso di riferimento sulla base del quale archiviare i dati raccolti; successivamente, è stato messo a punto il vero e proprio database, via via alimentato con le suddette schede periodicamente inviate da ogni singolo ufficio progetto.

 

La seconda linea di lavoro intrapresa riguarda l’emersione e lo studio di criticità e/o best practices a livello locale.  Negli ultimi mesi, oggetto di approfondimento sono stati in particolare gli istituti della co-programmazione e co-progettazione (vedi news successive), quest’ultima specificatamente attenzionata nell’ambito di una pratica registrata in una parte della Regione Toscana e in via di progressiva diffusione, consistente nell’adozione di bandi denominati “Appalto specifico per la co-progettazione”, la cui caratteristica consiste nel ricorrere ad una procedura di co-progettazione per la selezione del contraente, nell’ambito di una più ampia procedura di appalto per l’affidamento del servizio messo a gara. Dall’analisi condotta sugli stessi sono emerse una serie di questioni dubbie, meritevoli di approfondimento e che ci limitiamo qui semplicemente ad elencare:

  • compatibilità tra co-progettazione e Sistema Dinamico di Acquisizione;
  • legittimità della sovrapposizione tra procedura di appalto e co-progettazione, con particolare attenzione alle ricadute che ciò determina nella complessiva procedura di gara e alle conseguenze per l’operatore economico;
  • natura giuridica dell’atto di approvazione del concorrente scelto per la co-progettazione e definizione della disciplina applicabile.

 

Terza e rilevante linea di lavoro riguarda l’organizzazione di una serie di momenti di approfondimento tematico, denominati UP- Pegaso Caffé, con la partecipazione di illustri esperti.

Gli incontri svolti nei mesi di febbraio e marzo 2021, rivedibili sul canale Youtube della Rete (https://www.youtube.com/channel/UCN98sQMh_uxT18wy5_3wJpg), hanno visto la partecipazione della Prof.ssa Silvia Pellizzari, del Prof. Michele Cozzio e del Dott. Fausto Galante. Per i relative contenuti si rinvia pertanto ai precedenti articoli della newsletter. ma si anticipa Tali incontri, sullo stesso tema,  continueranno con il seguente calendario:

  • 14 maggio 2021 ore 15,30-17,00 – Dott. Stefano Lomi, Responsabile Osservatorio Sociale Regionale
  • 11 giugno 2021 ore 15,30- 17,00 – Prof. Patrick Vesan, Università della Valle d’Aosta.

 

Sono inoltre in programma per i mesi di giugno e luglio almeno due ulteriori incontri sotto forma di workshop. Sia i Caffé che i workshop sono appuntamenti aperti a chiunque fosse interessato, pertanto, per rimanere aggiornati e partecipare vi invitiamo ad iscrivervi alla newsletter attraverso l’apposito form sul sito della Rete (https://umanapersone.it/newsletter/) oppure a contattare la Segreteria della Rete (segreteria@umanapersone.it).

 

L’ultima linea di lavoro, contenuta nella quarta ed ultima porzione del grafico, rappresenta la messa a sistema di tutto ciò che emerge dalle precedenti e consiste nella individuazione dei trend dell’evoluzione del sistema delle esternalizzazioni ed affidamenti. Il compito è complesso, tenuto conto delle molteplici variabili in gioco e delle sfide socio-economiche che la crisi sanitaria ha reso evidenti e davvero urgenti. Tuttavia, l’auspicio è quello di farci trovare pronti e propositivi per contribuire consapevolmente alla costruzione di soluzioni condivise.