Vi abbiamo raccontato nelle precedenti newsletter il lavoro coordinato tra Umanapersone, Legacoop sociali Toscana e Confcooperative –Federsolidarità Toscana, con la collaborazione di Cesvot, dedicato ai temi dell’amministrazione condivisa.
Tutto il lavoro svolto è stato documentato in un dossier finale che raccoglie, sintetizza e finalizza i risultati di tale ricerca per una discussione pubblica sugli stessi all’interno del mondo dell’imprenditoria sociale e degli ambiti di policy decision regionali e nazionali.
Vi riportiamo alcuni brevi passaggi degli interventi, particolarmente incisivi, dei relatori.
“…Un elemento che emerge con forza dalle esperienze presentate questa mattina è probabilmente una scarsa conoscenza del Terzo Settore…Certe affermazioni fanno parte di un vissuto che ha cittadinanza anche all’interno della giurisprudenza amministrativa, la quale talvolta afferma che “l’apporto del Terzo Settore deve determinare un depauperamento del soggetto del Terzo Settore a vantaggio della collettività”.
La questione della compartecipazione, ossia di apportare delle risorse, è stata in Toscana oggetto di dibattito anche all’interno del gruppo che ha scritto la L.R. n. 65/2018, ossia se la compartecipazione deve tradursi necessariamente in un trasferimento di ricchezza materiale o se non ci potesse essere anche un contributo di tipo immateriale, che è suscettibile di valutazione economica, ma non determina di per sé il depauperamento del patrimonio dell’ente.
Mi spiego: se l’ente del Terzo Settore ha conoscenza del territorio, della collettività e dei sui bisogni, ha sviluppato un modello di intervento, è già quello di per sé l’elemento della compartecipazione…”.
La recentissima sentenza della Corte Costituzionale, la n. 72/2022 -vi invito a leggerla se ancora non lo aveste fatto-, la quale chiarisce come il Terzo Settore di per sé stesso, con la sola propria presenza, concorre al finanziamento della spesa pubblica, atteso che qualora non ci fosse tutta quell’area di intervento ricadrebbe sulla Pubblica Amministrazione”, Luca Gori.
“…La seconda domanda che mi pongo è perché facciamo la co-progettazione.
…Probabilmente anche noi ancora oggi non abbiamo la maturità di credere perché lo facciamo e perché abbiamo cambiato rispetto al passato ….... Mi sono segnato questa mattina: probabilmente lo facciamo per una comunione di competenzee di punti di vista diversi; ma c’è anche la questione della corresponsabilità nella gestione. Quindi in definitiva: condividere punti di vista diversi per generare un sapere diverso ed essere responsabili di quello che noi facciamo”, Daniele Lucarelli.
“L’idea che c’è dietro all’art. 55 del Codice è quella di una partecipazione – faccio proprie le parole di Umberto Allegretti – “precoce”. In questo senso la “partecipazione precoce” è una partecipazione in funzione di co-ideazione del servizio, che scardina il tradizionale rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione, che vede la partecipazione soltanto limitata alla fase istruttoria del procedimento decisionale.
C’è una sorta di fase stipulativa in ogni politica pubblica – diceva Paolo Carrozza- che consente a tutti i soggetti interessati a quella politica pubblica di interloquire col decisore pubblico ancora prima che questo abbia adottato ancora prima anche soltanto una bozza di decisione.
Quindi la “partecipazione precoce” non è una partecipazione su un qualcosa di già definito, ma che si riconduce essenzialmente ai presupposti, alle finalità e anche all’oggetto di una determinata decisione”, Emiliano Frediani
Qual è stato il senso dell’iniziativa congiunta intrapresa nella prospettiva delle due principali centrali di rappresentanza della cooperazione sociale toscana.
Ce ne parlano Assunta Astorino, responsabile dipartimento welfare Legacoop Toscana, e Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana
Negli ultimi anni il dibattito sugli istituti dell’amministrazione condivisa, di cui all’art. 55 del Codice del Terzo settore, è stato impostato e condotto su un piano prevalentemente politico-istituzionale.
Come è stato osservato da autorevoli interpreti, l’art. 55 CTS può essere considerato un punto di arrivo rispetto ad un percorso volto ad ampliare, ed in parte ribaltare, le logiche di relazione tra privati e PPAA. Al contempo, esso rappresenta anche un punto di partenza. Con alcune difficoltà legate, soprattutto ma non solo, si è entrati nella fase attuativa e dalla quale emergono sia temi mai definitivamente risolti nel lungo cammino del diritto amministrativo che problematiche del tutto nuove e di carattere marcatamente operativo.
Convinti della necessità di approfondire i percorsi della sua “messa a terra” abbiamo così dato spazio ai portatori di esperienze, realtà cooperativistiche e di Terzo settore, impegnate in aree diverse della Toscana.
Per far sì che i risultati di questa restituzione potessero successivamente diventare base per la riflessione, abbiamo fatto ricorso ad un template condiviso che racchiudesse i profili meritevoli di maggior attenzione.
In particolare, e per fare uno sforzo di sintesi, si tratta di aspetti o questioni che:
sottendono problematiche tecnico-giuridiche non ancora giunte a maturazione;
sottendono problematiche interpretative ancora aperte, anche alla luce della giurisprudenza in parte scarsa e non ancora uniforme sul tema;
emergono dall’osservazione di applicazioni differenziate da zona a zona, le quali paiono celare una differente cultura o sensibilità da parte delle PPAA.
Complessivamente sono state presentate alcune esperienze:
due dalle cooperative Giovani Valdarno e Progetto 5, relative all’Area Vasta Toscana Sud Est;
tre da ANPAS Toscana, Cooperativa G. Di Vittorio e Cooperativa Gemma, relative all’Area Vasta Toscana Centro;
due dalle cooperative Il Cammino e Misericordia di Lido di Camaiore, relative all’Area Vasta Toscana Nord Ovest.
Le presentazioni sono qui di seguito disponibili e scaricabili:
A partire dall’esperienza dell’Osservatorio Bandi di UP Umanpersone, insieme a Legacoop Toscana-Area welfare, Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, e con la collaborazione di Cesvot, a fine 2020 è iniziato un percorso di approfondimento comune sui temi dell’amministrazione condivisa.
Per il clima di incertezza che la giurisprudenza e il dibattito intorno a queste tematiche avevano in precedenza sollevato, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 131/2020 in Toscana si è infatti cominciato a registrare un progressivo superamento dei timori e delle resistenze presenti. E questo anche grazie all’impegno e alla sensibilità degli attori istituzionali – in primis Regione e Anci – e sociali interessati.
Tuttavia, mentre per la co-programmazione si dovrà probabilmente attendere il prossimo ciclo programmatorio, per quanto riguarda l’istituto della co-progettazione possiamo dire che, pur continuando a permanere alcune incertezze, le PPAA ne hanno fatto applicazione per finalità differenti, attuando altresì procedure spesso molto diverse le une dalle altre.
In tal senso, nell’ottica di portare un contributo fattivo al processo in atto, si è deciso di promuovere il monitoraggio e l’analisi giuridica delle prassi applicative, raccogliendo e analizzando in prima battuta una quindicina di avvisi pubblicati in diverse parti della regione.
Nella condivisione dei primi risultati, tra i promotori è emersa l’idea di approfondire territorialmente l’evoluzione delle pratiche realizzate o in fase di realizzazione.
Per poter meglio comprendere e valorizzare l’impatto dell’applicazione degli istituti menzionati, si sono quindi organizzati due workshop focalizzati sull’approfondimento e valorizzazione delle best practices territoriali sul tema.
Una ricerca intervento dal titolo emblematico – “Co-progettare la co-programmazione e co-progettazione” – che perseguisse le seguenti finalità:
fare sintesi rispetto a ciò che avviene nelle diverse aree della regione;
favorire la conoscenza e diffusione delle prassi virtuose e/o delle esperienze problematiche, per diffondere le prime e migliorare le seconde;
offrire un contributo integrativo e complementare rispetto alle iniziative in corso;
supportare il percorso di maturazione regionale per l’attuazione efficace degli istituti dell’amministrazione condivisa.
La parte centrale del primo workshop del 19 aprile scorso, a cui ne ha fatto seguito un secondo il 25 maggio e i cui risultati verranno pubblicati in una prossima newsletter, è stata dedicata proprio a questo.
Per orientare la presentazione delle suddette esperienze in funzione degli obiettivi sopra indicati, è stato predisposto un template che i portatori di esperienze hanno compilato mettendo in evidenza i punti considerati particolarmente rilevanti per l’inquadramento e la comprensione delle stesse.
Il tentativo di sistematizzare, senza impedire la corretta e opportuna valorizzazione delle peculiarità che di ciascuna esperienza meritano di essere evidenziate, mira a consentire la raccolta e analisi dei dati in maniera quanto più possibile comparabile.
Rinviamo per un dettagliato approfondimento proprio alla lettura delle singole schede descrittive e ai brevi video esplicativi che alcuni Partecipanti hanno gentilmente confezionato a completamento del loro lavoro.
Partendo dagli spunti emersi dal vivace dibattito interno instaurato, nelle prossime settimane procederemo a confezionare un documento che riorganizzi le problematiche emerse e le clusterizzi per area di rilevanza.
Questo per far emergere le interconnessioni tra le stesse, offrire materiale di riflessione e proposta rivolto agli addetti ai lavori e alle Centrali di rappresentanza, ovvero per contribuire ad implementare in modo fattivo gli istituti della amministrazione condivisa.
Con questo nuovo ciclo di UP-Pegaso Caffè prosegue l’approfondimento di due temi chiave: la co-programmazione e la co-progettazione. Lo facciamo con Stefano Lomi, per conoscere lo stato dell’arte delle iniziative toscane, e con Patrick Vesan per quelle valdostane. Offrire inoltre due laboratori di formazione e ricerca con Silvia Pellizzari, e con Michele Cozzio, Fausto Galante ed Alessandro Fambri, che permettano di entrare nel merito di quanto ci hanno raccontato negli incontri precedenti (i video sono accessibili tramite il seguente link: https://umanapersone.it/archivio-news/) e di acquisire strumenti e modelli efficaci per il presente e il futuro del rapporto tra Imprese sociali e Pubblica Amministrazione.
Non solo, grazie alla disponibilità di Maximiliano Romero e di Fabio Lena, ritorniamo sul tema delle tecnologie assistive, per comprendere, da un lato, l’importanza del loro design; dall’altro, i criteri con cui i Comitati Etici autorizzano le sperimentazioni che ne prevedono l’impiego.
Segue il calendario degli appuntamenti, nella speranza di avervi numerosi!
14 MAGGIO 2021 – ore 15:30/17:00
UP-PEGASO CAFFÈ
“La Riforma del Terzo Settore in Toscana: a che punto siamo”
con Stefano Lomi – Osservatorio Sociale regionale della Toscana
28 MAGGIO 2021 – ore ore 15:30/17:00
UP-PEGASO CAFFÈ
“Design per la società”
con Maximiliano Romero – Università IUAV di Venezia
11 GIUGNO 2021 – ore 15:30/17:00
UP-PEGASO CAFFÈ
“La Riforma del Terzo Settore in Valle d’Aosta: a che punto siamo”
con Patrick Vesan – Università della Valle d’Aosta
18 GIUGNO 2021 – ore 09:30/12:30
1° LABORATORIO- I BANDI DI APPALTI A PARTNERSHIP ESTESA
con Michele Cozzio, Università di Trento; Fausto Galante, Funzionario presso la Comunità Valle dei Laghi; Alessandro Fambri, Funzionario presso A.P.S.P. Civica di Trento
25 GIUGNO 2021 – ore ore 15:30/17:00
UP-PEGASO CAFFÈ
“I Comitati Etici e le prospettive di integrazione tra sperimentazioni cliniche e sperimentazioni sociali ad alto contenuto tecnologico”
con Fabio Lena, Vice Presidente Comitato Etico Toscana Sud Est
9 LUGLIO 2021 – ore 09:30/12:30
2° LABORATORIO – PRATICHE DI CO-PROGRAMMAZIONE E CO-PROGETTAZIONE NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
con Silvia Pellizzari, Università di Trento
La partecipazione agli UP-PEGASO CAFFE’ è libera; chi fosse interessato può scrivere a segreteria@umanapersone.it per ricevere il link. La partecipazione ai due LABORATORI è gratuita per gli aderenti alla Rete Umana Persone, mentre prevede una quota di partecipazione complessiva di € 150,00 + iva per tutti gli altri.
Questi ultimi rappresentano la continuazione degli incontri svoltisi il 25 febbraio e 5 marzo scorsi e verteranno sull’analisi di casi specifici.
Chi fosse interessato può contattarci alla mail segreteria@umanapersone.it, per ricevere tutte le necessarie informazioni, nonché le istruzioni per procedere ad iscrizione e pagamento.
L’ultimo appuntamento del ciclo invernale degli UP-Pegaso Caffè si è svolto lo scorso 5 marzo ed hanno partecipato il Prof. Michele Cozzio, dell’Università di Trento, curatore del volume “Codice dei Contratti Pubblici”, ed il Dott. Fausto Galante, della Comunità Valle dei Laghi.
Entrambi ci hanno presentato una nuova e possibile applicazione dello strumento tradizionale dell’appalto.
Per saperne di più, riguarda il video al seguente link
Durante il secondo appuntamento del ciclo di incontri UP-Pegaso Caffè, svoltosi lo scorso 25 febbraio, è stata nostra ospite la Prof.ssa Silvia Pellizzari, dell’Università di Trento e curatrice del volume intitolato “Terzo settore e pubblica amministrazione. La svolta della Corte costituzionale”.
E’ possibile rivedere l’intervento, dedicato ad una interessantissima panoramica sull’evoluzione degli istituti di cui all’art. 55 CTS, collegandosi al seguente link
Con DM n. 72 del 31 marzo 2021 sono state adottate le Linee Guida sul rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti del Terzo settore (Trovate cliccando qui tutti i riferimenti). Dal punto di vista politico tale atto assume indubbiamente un significato molto forte. Due elementi in particolare meritano di essere segnalati. Il primo, riguarda il fatto che tali linee sono volte a supportare l’attuazione concreta degli istituti di cui all’art. 55 CTS, senza tuttavia che ciò fosse contemplato tra gli originari 24 decreti attuativi previsti per il solo Codice del Terzo Settore. Il secondo tiene conto della concatenazione di eventi che si sono succeduti nell’ultimo paio di anni. Ci riferiamo, in particolare, all’adozione da parte di ANAC delle Linee Guida contenenti “Indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali”, al parere su di esse emesso dal Consiglio di Stato (il tutto accaduto alla fine del 2019), alle sentenze n. 131 e 255 del 2020 adottate dalla Corte Costituzionale, e alle iniziative variamente sorte a livello regionale volte all’adozione di una legge regionale sulla co-programmazione e co-progettazione (prima fra tutte la L.r. 65/2020 Regione Toscana).
L’impressione generale è quella di un largo e ampio consenso rispetto agli istituti della co-programmazione e co-progettazione. Da un osservatorio più defilato, immerso nelle dinamiche in cui giornalmente gli operatori del Terzo settore si trovano ad operare, la sensazione è che non ci sia la stessa reattività nel dar gambe ad una riforma che – come qualcuno ha giustamente osservato – è giunta alla fase del diritto in azione.
A questa titubanza o disomogeneità applicativa le Linee Guida mirano ad offrire rimedio.
In quest’ottica sono due gli aspetti che a nostro parere potrebbero diventare critici all’atto della loro applicazione pratica. Il primo riguarda l’individuazione di criteri chiari, univoci ed omogenei a cui le P.A. possano far riferimento nell’orientare la loro scelta di attivare un rapporto collaborativo piuttosto che un rapporto basato sullo scambio di prestazioni reciproche. Si ricade in questo caso nell’ambito della discrezionalità amministrativa che per definizione deve, nel bilanciamento dei vari interessi in gioco, determinare la miglior soluzione per il perseguimento dell’interesse pubblico, rispettando i principi generali che regolano l’attività amministrativa. Ma muovendoci in un terreno ancora altamente instabile, in cui le oscillazioni interpretative e le diverse sensibilità, anche personali, rischiano di condizionare ancora significativamente le scelte della P.A., avrebbe potuto risultare di particolare utilità esplicitare i fattori di forza e di debolezza (dal punto di vista economico, procedimentale, organizzativo, legislativo, ecc…) degli istituti della amministrazione collaborativa, da un lato, e dell’appalto, dall’altro. Stante quindi la teorica distinzione delineata tra i due, ciò avrebbe potuto rendere maggiormente consapevoli le P.A. delle possibili ricadute applicative e quindi effettuare scelte più ponderate, grazie ad un bilanciamento di interessi realistico e basato su evidenze concrete. A tal proposito rammentiamo due significativi passaggi.
Il primo è tratto dal parere del Consiglio di Stato n. 1382/2918 i quale afferma: “…l’Amministrazione dovrà puntualmente indicare e documentare la ricorrenza, nella concreta vicenda, degli specifici profili che sostengono, motivano e giustificano il ricorso a procedure che tagliano fuori ex ante gli operatori economici tesi a perseguire un profitto. L’Amministrazione dovrà, in particolare, evidenziare la maggiore idoneità di tali procedure a soddisfare i bisogni latu sensu “sociali” ricorrenti nella fattispecie, alla luce dei principi di adeguatezza, proporzionalità ed efficacia ed in comparazione con gli esiti che verosimilmente produrrebbe l’alternativa del ricorso al mercato”.
La seconda è tratta invece dallo schema di Linee Guida sopra citate proposte da ANAC e poi ad essa restituite dal Consiglio di Stato. In particolare, si evidenzia come sia emersa effettivamente anche in quel caso “l’esigenza di determinare i profili caratterizzanti dei singoli istituti e di favorire l’individuazione di criteri univoci per l’esercizio delle scelte discrezionali delle stazioni appaltanti”. Il secondo aspetto da porre all’attenzione concerne la demarcazione del confine tra apporto economico che costituisce un corrispettivo e apporto economico che invece costituisce contributo. Questo aspetto è di fondamentale importanza, atteso che il dualismo onerosità-gratuità rappresenta uno dei fronti di maggior frizione tra Codice dei Contratti Pubblici e Codice del Terzo Settore.
Viene quindi da chiedersi se sia sufficiente qualificare come contributi ex art. 12 L. 241/’90 le risorse economiche trasferite in una procedura di co-progettazione, esclusivamente sulla base della natura giuridica della procedura e del rapporto di co-progettazione. Tecnicamente, infatti, si tratterebbe comunque di un trasferimento di denaro potenzialmente in grado di remunerare il destinatario per l’esecuzione del servizio o anche solo per parte dei fattori produttivi impiegati. Allora, se è vero che per escludere la natura di corrispettivo non basta collocarsi nell’ambito di una procedura di co-progettazione, perché il semplice conferimento di risorse pubbliche e private non esclude che una parte delle prime sia finalizzata a coprire anche solo in parte il costo del servizio, potrebbe essere utile prevedere indicazioni di maggior dettaglio sul rapporto che deve esserci tra risorse pubbliche e risorse private. Si dovrebbe in particolare verificare la concreta entità dell’apporto pubblico rispetto a quello privato, sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista delle voci di costo coperte. Ipotizzando, infatti, che al privato sia richiesto di conferire un immobile di sua proprietà, ferma restando la relazione di stima sullo stesso, bisognerebbe poi controllare che il contributo pubblico non sia più alto o significativamente più alto rispetto al valore dell’immobile conferito, poiché altrimenti il contributo si trasformerebbe di fatto in un corrispettivo, eludendo la logica dello scambio di cui al Codice Appalti.
Un atro aspetto, legato a questa problematica del riconoscimento economico riguarda la partecipazione di un soggetto privato ai tavoli di co-progettazione, operazione di per sé non a costo zero, non remunerata perché non riconducibile alla gestione del servizio, bensì alle attività di amministrazione condivisa. Ora, il fatto che un ETS sia tale perché ha connaturato il fine di pubblica utilità, non dovrebbe giustificare la totale gratuità delle suddette attività, perché con l’ibridazione delle forme giuridiche a cui la riforma ha aperto la strada, nell’ambito del Terzo Settore ci sono molte imprese che in quanto tali devono effettuare scelte di allocazione di risorse condizionate dalle prospettive di remunerazione offerte. Tutto ciò per dire che sarebbe necessario rivedere a monte il concetto di onerosità, in modo da scongiurare il rischio che le procedure di co-progettazione finiscano per essere considerate non convenienti da molti ETS.
Una delle più importanti linee di ricerca e sviluppo in cui la Rete è impegnata da circa un paio di anni riguarda la Riforma del Terzo Settore e lo studio dell’evoluzione dei rapporti con la P.A. In un contesto caratterizzato da cambiamenti socio-demografici complessi, dalla contrazione delle risorse disponibili – in attesa del PNRR … – e da un quadro normativo estremamente incerto e variegato, l’obiettivo è quello di fornire i driver fondamentali per orientare l’azione strategica delle imprese sociali verso la ricerca di soluzioni pubblico-private innovative ed integrate. Obiettivi che assumono particolare centralità nella prospettiva del ripensamento dei sistemi di welfare che la pandemia da Covid-19 sta imponendo come primaria sfida per i policy makers.
Nel definire le specifiche attività da svolgere si è cercato di rispondere a tre requisiti:
Complementarietà, rispetto a quanto già è stato fatto e stanno facendo i vari Osservatori, sia a livello regionale che nazionale;
Territorialità, da intendersi come adozione di un approccio “bottom-up”, che parta dalle problematiche pratiche per individuare soluzioni nella cornice normativa di riferimento;
Specificità, nell’ottica di approfondire problematiche anche molto specifiche perché legate ad un determinato territorio o perché altrove scarsamente approfondite.
Le attività intraprese sono di vario tipo e sono sinteticamente rappresentate qui di seguito.
La prima, partendo da sinistra e muovendo in senso orario, fa riferimento ad un database regionale di affidamenti (relativi tanto a servizi di assistenza domiciliare, quanto a servizi residenziali/semiresidenziali ed educativi) che è stato creato per consentire nel medio-lungo periodo l’analisi comparata degli stessi, nonché la promozione, sulla base delle evidenze disponibili, di soluzioni che contribuiscano al miglioramento del sistema di affidamenti alle imprese sociali.
Nell’ottica della valorizzazione del patrimonio umano ed esperienziale a disposizione, il lavoro ha visto il pieno coinvolgimento degli Uffici Progetto delle cooperative afferenti alla Rete Umana Persone (Giulia Casamonti – Coop 21; Laura Periccioli e Caterina Betti – G. Di Vittorio; Daniele Botteri – Giovani Valdarno; Silvia Carrai- Sintesi Minerva; Lara Busoni- Nuovo Futuro; Carmine Torchia- Pane e Rose; Simona Borghini e Barbara Burroni- Progetto5; Francesco Monaci- Il Quadrifoglio; Valentina Bonucci- Uscita di Sicurezza; Paola Ceccherini- Zelig Sociale)
Un passaggio fondamentale, e che ha richiesto un lavoro di analisi piuttosto approfondito, è stato quello relativo alla messa a punto della scheda analitica, quale standard condiviso di riferimento sulla base del quale archiviare i dati raccolti; successivamente, è stato messo a punto il vero e proprio database, via via alimentato con le suddette schede periodicamente inviate da ogni singolo ufficio progetto.
La seconda linea di lavoro intrapresa riguarda l’emersione e lo studio di criticità e/o best practices a livello locale. Negli ultimi mesi, oggetto di approfondimento sono stati in particolare gli istituti della co-programmazione e co-progettazione (vedi news successive), quest’ultima specificatamente attenzionata nell’ambito di una pratica registrata in una parte della Regione Toscana e in via di progressiva diffusione, consistente nell’adozione di bandi denominati “Appalto specifico per la co-progettazione”, la cui caratteristica consiste nel ricorrere ad una procedura di co-progettazione per la selezione del contraente, nell’ambito di una più ampia procedura di appalto per l’affidamento del servizio messo a gara. Dall’analisi condotta sugli stessi sono emerse una serie di questioni dubbie, meritevoli di approfondimento e che ci limitiamo qui semplicemente ad elencare:
compatibilità tra co-progettazione e Sistema Dinamico di Acquisizione;
legittimità della sovrapposizione tra procedura di appalto e co-progettazione, con particolare attenzione alle ricadute che ciò determina nella complessiva procedura di gara e alle conseguenze per l’operatore economico;
natura giuridica dell’atto di approvazione del concorrente scelto per la co-progettazione e definizione della disciplina applicabile.
Terza e rilevante linea di lavoro riguarda l’organizzazione di una serie di momenti di approfondimento tematico, denominati UP- Pegaso Caffé, con la partecipazione di illustri esperti.
Gli incontri svolti nei mesi di febbraio e marzo 2021, rivedibili sul canale Youtube della Rete (https://www.youtube.com/channel/UCN98sQMh_uxT18wy5_3wJpg), hanno visto la partecipazione della Prof.ssa Silvia Pellizzari, del Prof. Michele Cozzio e del Dott. Fausto Galante. Per i relative contenuti si rinvia pertanto ai precedenti articoli della newsletter. ma si anticipa Tali incontri, sullo stesso tema, continueranno con il seguente calendario:
11 giugno 2021 ore 15,30- 17,00 – Prof. Patrick Vesan, Università della Valle d’Aosta.
Sono inoltre in programma per i mesi di giugno e luglio almeno due ulteriori incontri sotto forma di workshop. Sia i Caffé che i workshop sono appuntamenti aperti a chiunque fosse interessato, pertanto, per rimanere aggiornati e partecipare vi invitiamo ad iscrivervi alla newsletter attraverso l’apposito form sul sito della Rete (https://umanapersone.it/newsletter/) oppure a contattare la Segreteria della Rete (segreteria@umanapersone.it).
L’ultima linea di lavoro, contenuta nella quarta ed ultima porzione del grafico, rappresenta la messa a sistema di tutto ciò che emerge dalle precedenti e consiste nella individuazione dei trend dell’evoluzione del sistema delle esternalizzazioni ed affidamenti. Il compito è complesso, tenuto conto delle molteplici variabili in gioco e delle sfide socio-economiche che la crisi sanitaria ha reso evidenti e davvero urgenti. Tuttavia, l’auspicio è quello di farci trovare pronti e propositivi per contribuire consapevolmente alla costruzione di soluzioni condivise.